Ha perso la democrazia. Finalmente!

Nonostante i timori espressi da tutta la classe politica prima dell’appuntamento elettorale, l’incubo dell’astensionismo generalizzato non si è manifestato. Gli scorsi 13 e 14 aprile il Popolo, fedele nei secoli alla propria tradizione di sottomissione e di servilismo, si è diligentemente recato alle urne. Ha votato pressappoco l’80% della popolazione avente diritto. Rispetto a due anni fa, l’astensionismo è aumentato non più del 3-4%. Poco, troppo poco. Evidentemente, il disprezzo per la politica non riesce ancora ad uscire dalle chiacchiere da bar e dalle battute da avanspettacolo.
Ha vinto chi doveva vincere, chi era dato già per scontato vincitore: Silvio Berlusconi. Dovendo scegliere fra un reazionario doc, con i suoi sanguigni tirapiedi, e un reazionario di sponda, con i suoi pallidi chierichetti, gli elettori non hanno avuto dubbi. Il Popolo delle Libertà ha vinto le elezioni con il 47% delle preferenze. Il che significa, tenuto conto dell’astensionismo, che è stato votato da circa 38 elettori su 100. Certo, dal punto di vista matematico non si può dire che rappresenti la maggioranza reale del paese. Ma cosa cambia? Chi non ha votato per la Coca-Cola, ha votato per la Pepsi-Cola. Ciò dimostra la dilagante voglia di bollicine che pervade l’Italia.
Comunque sia, ha trionfato il partito dei condoni per i ricchi e della tolleranza zero per i poveri, il partito della chiusura delle frontiere, il partito del TAV, il partito della base USA a Vicenza, il partito del nucleare, il partito della sicurezza ottenuta con più telecamere e più galere… insomma, l’Italia è un paese sempre più reazionario. Il fatto che gli xenofobi della Lega o il forcaiolo Di Pietro abbiano visto raddoppiare i propri voti la dice lunga in proposito. L’aria che si respira è pessima, quasi drammatica. Si può quindi essere ottimisti.
Sì, ottimisti, perché un risultato straordinario queste elezioni l’hanno ottenuto: la scomparsa dal Parlamento della cosiddetta “sinistra radicale”. Siamo andati a dormire con un presidente della Camera e qualche ministro comunisti, e ci siamo risvegliati con un Parlamento svuotato da comunisti, ecologisti, pacifisti… Tutta la marmaglia progressista recuperatrice delle istanze più radicali espresse dalle lotte sociali si è vista defenestrare senza tanti complimenti. Si tratta di un evento clamoroso che sta suscitando enormi perplessità. Non solo i diretti interessati che per almeno cinque anni non potranno godere dei soliti privilegi, non solo i vari commentatori ed opinionisti, ma gli stessi politici avversari hanno espresso tutto il loro stupore e la loro preoccupazione in merito. La scomparsa dal Parlamento di ogni genere di sinistra è già stata definita «un brutto momento per la democrazia». A ben ragione. Da questo momento in poi, e proprio in un periodo storico gravido come non mai di conflitti sociali, il Parlamento si ritrova privo della sua squadra di pompieri usi a soffocare e spegnere i possibili focolai di rivolta.
Il ruolo dei vari Bertinotti, Russo Spena, Caruso e via intristendo era quello di offrire uno sbocco istituzionale ai movimenti di piazza, di moderare cioè gli appetiti più radicali. Senza di loro, cosa accadrà? Chi potrà cercare, ad esempio, di indurre a più miti consigli una popolazione incazzata per la costruzione sotto casa di una centrale atomica? Chi farà da intermediario e paciere fra manifestanti pieni di rabbia e sbirri assetati di sangue? Nessuno, non c’è rimasto più nessuno a poterlo fare. Senza valvole di sfogo, le tensioni sociali potranno solo crescere fino ad esplodere. Si prefigura all’orizzonte una situazione che mai si era verificata prima d’ora: in assenza di sbocchi istituzionali immediati, tutte le lotte sociali saranno portate a radicalizzarsi e assumeranno l’esplicita caratteristica di lotte contro lo Stato.
Non solo, ma gli stessi militanti della Sinistra Arcobaleno si vedranno ora costretti a giocare la carta dell’estremismo, a dover essi stessi soffiare sul fuoco se vorranno conquistare un minimo di seguito e presentarsi alle prossime elezioni con in pugno qualcosa da barattare. Buttati fuori dal Palazzo, saranno costretti a far ritorno all’agitazione di piazza, ad unirsi ai movimenti sociali di rottura, cercando di cavalcarli non più con le lusinghe della politica ma con l’eccitazione della sommossa. Per la prima volta in Italia non esiste più una sinistra parlamentare, ma solo una sinistra extra-parlamentare.
Ciò avrà notevoli conseguenze non solo nella composizione del cosiddetto movimento, ma anche nella reazione da parte delle istituzioni. Cosa farà, a sua volta, lo Stato? Si comporterà con gli ex-parlamentari come si è comportato in quest’ultimo periodo con tutti i “normali cittadini” che protestano, cioè li inquisirà, li denuncerà, li processerà, li imprigionerà? Vedremo ex ministri caricati e trascinati via brutalmente dalle forze dell’ordine? Anche loro saranno denunciati per il grave reato di “volantinaggio”, com’è accaduto pochi giorni fa ad alcuni compagni a Lecce? Delle due, l’una: o lo Stato reprimerà indistintamente tutte le manifestazioni di piazza, che è facile prevedere si diffonderanno a macchia d’olio nel prossimo periodo, oppure di fronte all’incremento del movimento extraparlamentare sarà costretto a frenare i suoi più bassi istinti.
Comunque vada, resta il fatto che il trionfo della destra più ottusa e reazionaria si è verificato in concomitanza della fine dell’illusione parlamentare che per oltre un secolo ha imbrigliato la protesta sociale. E questo è avvenuto proprio in un periodo storico contraddistinto da una crisi inarrestabile in ogni ambito della società, che non potrà che scatenare sempre nuovi conflitti. È perciò facile prevedere cosa ci riserverà il futuro: l’esercito inviato in Val Susa, ad esempio, e ovunque sorgano contestazioni. La rassegnazione o la rivolta: nessuno potrà più evitare questa alternativa secca. Non c’è più mediazione possibile. Il momento della resa dei conti si avvicina.

Buone notizie / Elezioni 2008

Aprile 2008

30/04/08, Roma ROMA - Tagliati in centro a Roma gli pneumatici dell'auto di Lella Golfo, deputata del Pdl.

28/04/08 – Nel weekend il sito di Francesco Storace è stato hackerato (vedi immagine).25/04/08, La Spezia - Massimiliano Mammi, portavoce regionale della Destra di Francesco Storace e candidato alla Camera alle recenti politiche, è stato aggredito alle 13 sotto i portici di Cristo Re, in seguito alla quale è finito al pronto soccorso. Il caso ha voluto che Mammi passasse con due amici davanti alla scalinata che porta alla Cattedrale, dove era in corso un presidio di giovani dei centri sociali. Per cause in fase di accertamento da parte della Digos, è nata una lite tra l’esponente di destra e il gruppetto dei giovani autonomi. Mammi, nel parapiglia, è finito contro la vetrata di un negozio andata in frantumi.

25/04/2008, Crema - Imbrattata la sede del PD locale e la lapide delle foibe.

22/04/08, Ferrara - Nella notte alcuni ignoti hanno affisso manifesti "Contro il fascismo" inneggianti alla Resistenza, firmati "Briganti antifascisti", presso i locali che ospitano la sede provinciale de La Destra. I manifesti sono andati a coprire la targa e il portone dell'edificio. I dirigenti locali del partito hanno sporto denuncia, stanchi di un clima a loro ostile, dopo aver visto ripetutamente strappati e imbrattati i loro manifesti elettorali.

16/04/08, Catania - Sterco di animale e’ stato posto in mezzo a tutte e tre le schede elettorali, quelle per la Camera, il Senato e le regionali, da una persona che ha votato in un seggio di Valverde, in provincia di Catania, e che è rimasta ovviamente sconosciuta. Lo hanno scoperto durante lo spoglio gli scrutatori, che avevano avvertito un cattivo odore proveniente dalle urne: alla loro apertura é stata riscontrata la presenza della merda, probabilmente di colombi. Le tre schede sono state annullate e il presidente di seggio ha deciso anche di non considerare validi i voti di altre 11 schede che erano state macchiate dal guano. Le schede sono state prese in consegna dalle forze dell’ordine che hanno avviato le indagini, e messe agli atti dell’inchiesta aperta dalla Procura della Repubblica.

13/04/08, Piemonte - Strisce antielettorali ad Asti e Torino
13/04/08, Sorrento (NA) - Un uomo dopo la consegna delle cinque schede elettorali (fra politiche ed amministrative), ha iniziato con tutta calma a farne a pezzi una, per poi mangiarla, imprecando contro la politica e chi la fa. Giustificando il suo gesto come "una protesta contro il sistema", l'uomo, che è stato fermato dalla polizia mentre cercava di addentare una seconda scheda, è stato denunciato.

12/04/08, Alba Adriatica (TE) - Ignoti hanno tentato di dare fuoco alla porta della sede di Forza Italia, in viale della vittoria. Sono state bruciate inoltre, anche le bandiere del partito. Gli autori dell'atto vandalico hanno sparso catrame vicino alla porta d'ingresso e poi gli hanno dato fuoco.

12/04/08, Torino - Scaricata sotto il comune una montagna di macerie. Uno striscione portava la scritta "Chi vota paga, e le macerie sono sue".

11/04/08 - Dopo aver fatto la stessa cosa per due volte al blog di Azione giovani Barletta e al blog di Angelo Mastropierro, sabotato anche il blog di Luigi Curci.

11/04/08, Genova - Attimi di tensione, poco dopo le 17.40, in Galleria Mazzini, dove alcune decine di persone era in attesa del comizio di Claudio Scajola. Ignoti sono infatti riusciti a diffondere una polvere urticante che ha provocato un fuggi fuggi generale.

10/04/08, Torino - Ore 11.30, corso Francia, dopo piazza Bernini: bersagliato con uova un camion elettorale della Lega Nord.

10/04/08, Nicosia (Enna) - Quattordici netturbini e le loro famiglie hanno bruciato nella piazza davanti al Municipio i certificati elettorali perché sono senza stipendio da 4 mesi.

10/04/08, Benevento - Striscioni antielettorali in via Napoli, via mercenari di Nassyria, e nei pressi della scuola Torre.











08/04/08, Torino - Su alcuni muri della città sono comparse scritte a bomboletta bianca dal testo: "No Tav, No Voto, No Lega"

08/04/08, Vicenza - Berlusconi contestato da manifestanti anti-base: allontanati con cariche della polizia.

08/04/08, Palermo - Lanci di uova, urla e slogan hanno accolto Giuliano Ferrara.

08/04/08, Savona - Contestato Berlusconi e il Partito delle Libertà: una ventina di giovani, alcuni dei quali indossavano maschere da Pinocchio, ha cercato di infastidire e contestare le persone presenti in piazza e sono poi stati allontanati dalla polizia.

06/04/08, Alessandria - Nella notte incendiate due auto della famiglia di Angela Luongo, segretaria della Lega Nord in Val Cerrina e candidata al Senato. Dai giornali si apprende anche che a marzo il cofano di un automobile di un militante della Lega era stato rigato con “frasi ingiuriose”.

06/04/08, Crema – Contestato il convegno di presentazione della lista di Giuliano Ferrara "Aborto? no grazie". "Entrati velocemente in piazza, abbiamo guadagnato la posizione che più ci aggradava, quindi abbiamo srotolato lo striscione ed intonato subito dei cori per animare sin da subito il presidio... qualche battibecco con alcuni clerico-fascisti e fuoco al pupazzo di carta raffigurante l'ignobile. Slogan, fischietti e tamburi ed ecco che all'arrivo "dell'ospite" gli insulti aumentano e parte un breve lancio di uova che colpisce qualche suo sostenitore. X tutta la durata del convegno, ci siam fatti sentire con tutta la voce e la rabbia che avevamo in corpo aiutati anche da un megafono... e volantinaggio diffuso. Un "botto" sotto le finestre del "nostro" ha aiutato la coreografia! Ancora qualche scaramuccia qua e la, ed ecco che l'aborto mancato riesce dalla sala (poco più di un'ora) e riviene coperto d'insulti qualche sparuto lancio di monete ed un minaccioso avvicinamento... fugacemente messo in auto, e con la scorta, fatto uscire dalla piazza. Ricompattati, abbiamo improvvisato un corteo x il centro e dopo un breve diverbio davanti ad una chiesa ci siamo sciolti ormai distanti dagli occhi della digos. Da segnalare la grande combattività delle compagne."

06/04/08, Copertino (Le) - Vengono strappati tutti i manifesti dai muri dalla sezione del MSI - Fiamma tricolore, e ignoti provano a forzare l'ingresso per introdursi all'interno.

05/04/08, Alessano (LE) - Dalla locale sezione del Partito socialista viene portato via tutto il materiale elettorale, danneggiati gli arredi e rubate le bandiere. La mattina seguente il materiale elettorale viene ritrovato alle spalle dello stadio, e su un manifesto la scritta "Socialisti andate via".

04/04/08, Grugliasco (To) - Grazie alle serrande dimenticate aperte scritte sulla sede dell'UDC (Casini): "1 voto per la pedofilia - 1 voto per il paradiso fiscale - 1 voto per la chiesa".

04/04/08, Lombardia - Giuliano Ferrara è arrivato in Lombardia, ad accoglierlo come nel resto d’Italia fischi, uova e pomodori. Nel pomeriggio a Magenta un gruppo di manifestanti si è riunito spontaneamente davanti al Comune dove si teneva il convegno elettorale che è stato duramente contestato.
In serata, a Milano, il convegno si teneva nell’auditorium dell’oratorio Rosetum. Qui la contestazione ha costretto Giuliano Ferrara a passare dal retro per accedere al suo comizio.

04/04/08, Bologna - Subito dopo la fine del comizio in piazza Maggiore di Stefano Morselli de La Destra un fascista è stato preso a calci e derubato della bandiera, mentre un altro è stato rincorso da otto anarchici, bloccati pero' da agenti della Digos nei dintorni della piazza. Il primo, verso le 20 ha denunciato ai Carabinieri di essere stato picchiato da tre persone in via Saffi, nella prima periferia. I tre lo hanno preso a calci e gli hanno portato via la bandiera che aveva in mano.
In via Orefici alle 19.30, quando otto anarchici del gruppo 'Fuoriluogo' hanno tentato di raggiungere una persona, sempre perche' aveva in mano una bandiera della 'Destra'. Notati da agenti della Digos, gli anarchici sono stati bloccati e identificati, ma hanno fatto in tempo a centrare la vittima con due uova.
04/04/08, Ravenna - Durante una festa del Partito Democratico una trentina di persone irrompe sul palco bloccando il concerto e prendendo la parola per alcuni minuti. Lanciati messaggi astensionisti in vista delle imminenti elezioni e slogan contro la costruzione dello zoo della Standiana, del quale il PD di Ravenna è complice. Bruciati opuscoli del Partito Democratico e gettati sulla folla volantini contro la politica veltroniana.

03/04/08, Almese (TO) - La protesta di un migliaio di militanti «No tav» ha fatto saltare un convegno promosso dal Pd, proprio sul tema dei treni «superveloci», nel teatro di Almese, un piccolo comune della bassa valle. La presidente della Regione, Mercedes Bresso, il sindaco di Torino, Sergio Chiamparino e il presidente della Provincia, Antonio Saitta, una volta arrivati alle porte di Almese, hanno fatto dietrofront, dopo un consulto con i vertici delle forze dell’ordine. A Gianfranco Morgando, segretario regionale del Pd, fischiato e insultato al suo arrivo ad Almese, non è restato che annullare la serata.
Fuori dal teatro, tutto attorno, i militanti No Tav, controllati da un robusto cordone di polizia e carabinieri, hanno dato sfogo a tutta la loro contestazione, al grido di «Giù le mani dalla Val Susa», sventolando le bandiere bianche con i treni tav crociati e appendendo cartelloni di protesta, tra i quali uno che parafrasava lo slogan del Pd: «No Tav, si può fare».
C’è anche chi ha distribuito un volantino con minacce di morte verso Antonio Ferrentino, il presidente Comunità Montana Bassa Valle di Susa, accusato di «avere tradito il movimento» per la sua disponibilità al dialogo e l’apertura verso l’osservatorio tecnico incaricato dal governo di studiare, nell’ultima parte del suo lavoro, le ipotesi di tracciato.

02/04/08, Bologna – Giuliano Ferrara contestato durante un suo comizio organizzato dalla sua lista "Aborto? No grazie" in piazza Maggiore. Circa duemila persone hanno contestato il direttore del Foglio, e quando ha preso la parola ci sono stati scontri fra la polizia e i manifestanti, soprattutto ragazze. Prima, alcuni manifestanti hanno dribblato il cordone di polizia, hanno tentato di salire sul palco e strappato i manifesti che c'erano attaccati. E mentre Ferrara lanciava le sue parole d'ordine ("L'aborto è una cosa arcaica, squallida, miserabile, ancestrale") dalla piazza sono volati uova, pomodori, monete, bottiglie d'acqua, qualche sasso. Ferrara si è preso un uovo ("Lo prendo come una medaglia" ha gridato), poi ha raccolto dei pomodori e li ha rilanciati in piazza. A quel punto, alla crescente pressione dei manifestanti, il cordone di polizia ha risposto con una carica. Quando Ferrara ha lasciato la piazza, sempre scortato dalle forze dell'ordine, i manifestanti gli sono andati addosso e ci sono state altre manganellate: sono volate bottiglie e le sedie di un bar della piazza. Quindi, il giornalista è stato caricato in macchina. L'auto della polizia si è trovata accerchiata dai manifestanti ed è uscita dalla piazza sgommando a forte velocità. La manovra ha ulteriormente esacerbato gli animi: i manifestanti sono saliti sul palco e alcune ragazze hanno improvvisato un comizio in favore della legge 194. La tensione si è a poco a poco allentata solamente quando Ferrara ha definitivamente lasciato Piazza Maggiore.

01/04/08, Lecce - Sassi contro la sede del Popolo della Libertà in via Calasso.


Marzo 2008

30/03/08, Bologna - Per celebrare degnamente il Democratic Day alcuni simpaticoni hanno pensato bene di lanciare dalla torre degli Asinelli dei volantini colorati che invitavano allo sciopero del voto e sbeffeggiavano il buffone Veltroni.
Il vento ha risparmiato il gazebo dei Poveri Dementi ma ha consegnato il messaggio direttamente sui balconi dei bolognesi.

25/03/08, Roma - "Ancora una volta e' stato danneggiato, dopo pochi giorni dall'ultimo episodio, il Gazebo del Comitato 'Alemanno Sindaco' posizionato a Piazza De Andre' alla Magliana". E' quanto denuncia il capogruppo di An uscente alla Provincia di Roma, Piergiorgio Benvenuti.

21/03/08, Venezia - Una bomba di panna montata e coppe di gelato in faccia. E' finita così venerdì sera la prima tappa della campagna elettorale in Veneto di Francesco Caruso accompagnato dallo storico Nicola Tranfaglia.

19/03/08, Otranto (Le) - Ad una sede del PD vengono incendiati i manifesti elettorali esposti all'esterno, una targhetta della sezione e appiccato il fuoco alla centralina del gas posta all'esterno.

18/03/08, Spongano (Le) - Recapitata una lettera minacciosa contenente un bossolo ad un candidato consigliere comunale.

15/03/08, Crema - L'arrivo della Santanché è stato festeggiato da ignoti lasciando del letame davanti la sede de La Destra.

12/03/08, Trento - Interrotto il comizio di Veltroni con sirena, megafono, bandiere Kein BBT / No TAV e uno striscione sui cui c'era scritto "Veltroni devastatore ambientale e guerrafondaio". Dei sonori "Buffone!", "No Tav!", "Fuori le truppe dall'Iraq e dall'Afghanistan!", "Servo della Confindustria!" hanno portato in piazza per qualche momento, tra le tante false parole che arrivavano dal palco, degli scorci di realtà.
Un piccolo gesto che ha suscitato una reazione isterica ("Fascisti!", "Ma voi chi vi paga?", ecc.). La guerra, le basi militari, il TAV, i rigassificatori, gli inceneritori, ecc., non sono generiche opinioni da rispettare, come urlava qualcuno, bensì pratiche concrete di violenza e di devastazione. Ricordare tutto ciò, evidentemente, dà fastidio... Il tour di Veltroni (e non solo) è ancora lungo...

10/03/08, Torino - Danneggiati nella notte tra domenica e lunedì il circolo di AN di corso Lecce e l'autoscuola di proprietà della famiglia di Gian Luca Vignale, consigliere regionale del partito di Fini. Contro la facciata dei due palazzi sono state lanciate alcune bottiglie piene di olio esausto.

07/03/08, Pineto (TE) - Palavolley semidistrutto dai vandali a Pineto(Te). Lo spettacolo che ieri si parato davanti agli occhi dei primi arrivati nel centro sportivio Isola delle Palme, stato di devastazione: da un rapido giro emerso che la struttura ha subito danni per almeno 30 mila euro. Si suppone che l'atto vandalico sia collegato a Benigno D'Orazio, (...).
Oltre ai danni alla struttura sono state trovate scritte offensive nei confronti del presidente della squadra, che anche esponente politico de La Destra in Abruzzo. Sul posto sono intervenuti uomini della digos e della polizia scientifica. Innanzi tutto stato distrutto un gazebo che era proprio davanti all'ingresso del palavolley. Inoltre hanno tagliato la copertura in gomma del palazzetto e hanno sfondato una vetrata. Una volta dentro i vandali hanno scritto sul piano di plastica di un tavolo insulti a D'Orazio (...) (Da "Il Centro", 08/03/2008)

06/03/2008, Milano - Alle 4.20 di giovedì notte un gazebo del Popolo della Libertà è stato semidistrutto da un incendio, in piazza Oberdan a Milano.


Febbraio 2008

29/02/2008, Torino - Due sconosciuti fanno irruzione nella sede di Forza Italia e vi gettano un secchio colmo di escrementi.

28/02/2008 - Per la seconda volta in meno di quattro mesi il blog di Azione Giovani Barletta è stato sabotato. Questa volta sono stati cancellati tutti i contenuti ed inserita la foto della Santanchè che espone il dito medio (la alleghiamo per dovere di cronaca).

18/02/2008, Torino - Scritte come "Razzisti di Merda" e "Fuori la Lega dal Quartiere" sono comparse nella notte tra domenica e lunedì sui muri adiacenti la sede della Sega Nord di largo Saluzzo; luogo in cui, nel pomeriggio di lunedì alcune persone con il volto coperto da passamontagna si sono introdotte e hanno gettato una sostanza oleosa nell'ufficio e contro le vetrine.


Dalla Francia
Maggio 2007 - La campagna elettorale che ha visto l’elezione di Sarkozy nel maggio 2007 si è svolta in un clima di attacchi ad una cinquantina di sedi elettorali dei partiti di tutti i colori. Tra le azioni, oltre a vari incendi a sedi di partito in tutta la Francia, il 22 aprile a Millau c'è stati anche un sabotaggio alle antenne televisive, che ha privato 10 000 cittadini del risultato delle elezioni presidenziali.
(Da: cettesemaine.free.fr/spip - Traduzione italiana: www.informa-azione.info)

Io non voto

Nunveregghepiù

Riceviamo e pubblichiamo

Bentornata guerra sociale!

Nei giorni passati spiccavano sui giornali, accanto ai titoli sulla vittoria elettorale del palazzinaro di Arcore, quelli che davano la notizia del tracollo della sinistra. Due sono le versioni ufficiali di questa insolita scomparsa. La prima, “naturalista”, vi vede una normalizzazione dell’Italia in senso bipartitico, come succede negli altri regimi democratici. Una sostanziale semplificazione della scena politica parlamentare, che mette da parte i rimasugli di un ‘900 troppo lungo. L’altra visione, che potremmo chiamare “giustificatoria”, viene perorata dai leader stessi di questi non rimpianti ex partiti ex comunisti (Sinistra Arcobaleno e compagnia bella) e sottolinea un generale spostamento verso destra dell’elettorato italiano, con il PD veltroniano che avrebbe “cannibalizzato” i suoi sinistri vicini.

Hanno ragione gli uni o gli altri? A nostro avviso hanno ragione entrambi. Ma non ce ne frega un cazzo del poco caro estinto! È vero che la società in cui viviamo sta scendendo una pericolosa china lastricata di razzismo e paure e che il qualunquismo alla moda fra la grande maggioranza della popolazione non fa che dar ragione ai fomentatori dell’odio. Un percorso, questo, che sembra destinato a condurci verso una qualche forma di controllo totalitario “soft”. È anche vero che nessuna utopia di un mondo migliore, libero dallo sfruttamento, sembra poter più attecchire su questo terreno demitizzato e volgarmente isterilito da un grigio conformismo. Non c’è alcuna speranza, alcuna emozione nella falsa sfida tra due perfette gocce d’acqua: un cavalier B. (B. come quell’altro…) e un signor W. (lettera che nell’alfabeto sta, non a caso, accanto alla X).
Ma, ad un certo punto... l’imprevisto. La catastrofe!

Per loro. Per i sinistri professionisti del mercanteggiamento istituzionale, per quelli che hanno fatto dell’inganno e della svendita del popolo la propria missione. Per quelli che si sono sempre accontentati di mendicare briciole al banchetto degli sfruttatori, porgendole poi come doni preziosi agli sfruttati. Questo strano risultato elettorale è la fine della sinistra istituzionale, dei partiti che da sempre si propongono come rappresentanti delle classi subalterne senza che nessuno glielo abbia mai chiesto. Ciò semplicemente perché... gli sfruttati si sono stufati dei loro cosiddetti rappresentanti. Speriamo, anzi, si siano stufati dell’idea stessa di rappresentanza, nonché, e per sempre, del loro stato di subordinazione. Quello che salta subito all’occhio è, infatti, che il forte astensionismo (mai elezioni legislative hanno registrato una così alta diserzione dalle urne) è alla base del tracollo della sinistra parlamentare. Dopo secoli di inebetito asservimento, qualcosa si sta risvegliando... e vuole fare da sé!

Opinionisti interessati sottolineano il fatto che non ci sarà più una “sinistra” nel nuovo parlamento. Gianfranco Fini, noblesse oblige, un po’ se ne dispiace e un po’ se ne preoccupa. Già, perché se non c’è più lo specchietto per allodole dei rappresentanti del popolo, è pur vero che la plebe rimane, sia essa ”italiana” o “straniera”. Una plebaglia arrabbiata e minacciosa. Se ne rendono ben conto lorsignori. Un brivido di soddisfazione è corso per le schiene e nella borsa (le quotazioni azionarie dei cartelli del cemento - delle nocività - sono già aumentate in vista di futuri appalti), seguito però da una certa inquietudine. Dio non voglia che quelle canaglie scendano in strada, decidano di allungare le mani! Sanno bene, i signori padroni, che una crisi economica di enormi proporzioni è malamente scongiurata, ancora per poco, dai giochetti di prestigio delle banche centrali. Sanno bene che quando la plebe arrabbiata scenderà in strada pronta a dare l’attacco ai palazzi e alle ville in Brianza, a nulla servirà cercare ancora di aizzarla contro stranieri e diversi di ogni tipo. Sanno bene che la sinistra è sempre stata la ruota di scorta del Capitale, la sua assicurazione sulla vita. Quando inganno e repressione non bastavano, c’era il vecchio trucco delle riforme, della contrattazione truccata… Un asso nella manica che finalmente è venuto a mancare.

Bene, pulito il campo dalla sinistra marmaglia, ci resta una visione più netta delle forze in lotta. Non ci sono più mediatori prezzolati. Non c’è più mediazione possibile. Fra i padroni, forti di un successo numerico fondato sulla propaganda dell’odio razziale, e gli sfruttati pronti ad insorgere, c’è soltanto lo spazio vuoto del campo di battaglia. È finita la politica della sinistra.
Sta per tornare la guerra sociale!

da qualche parte, metà aprile duemilaotto

Il voto e (è) la spazzatura

Fra le regioni in cui più si fanno sentire i conflitti sociali, è la Campania quella dove ha più attecchito l’astensionismo. Se già a Napoli ha votato il 67,6% degli aventi diritto (con un aumento del 6% rispetto alle elezioni del 2006), nei piccoli comuni di provincia diventati tristemente celebri perché sommersi da tonnellate di spazzatura è andata ancora meglio. A Savigliano Irpino, Acerra, Tersigno, Marigliano, la diserzione dalle urne è stata quasi totale. Qui non si tratta di fermare progetti nocivi in costruzione, come in Val Susa o a Vicenza. Non c’è quindi motivo di farsi illusioni sul futuro — magari ponendo la propria fiducia nei tribunali come in Piemonte o in politici fai-da-te come in Veneto — ma solo di trarre le inevitabili conseguenze davanti alla catastrofe in corso del presente: la politica è la nocività che produce tutte le altre.
La spazzatura è là, sotto gli occhi e il naso di tutti (e purtroppo dentro il sangue di molti). Deve essere stato questo monito concreto ad aver fatto la differenza con una Val Susa in cui, almeno secondo i giornali, la partecipazione alle elezioni è stata altalenante. Mentre in alcuni comuni l’affluenza alle urne è stata di poco inferiore rispetto alla media nazionale, in altri, come Bussoleno e Borgone, è scesa ulteriormente. Il risultato elettorale ha registrato comunque un buon risultato per i partiti favorevoli all’alta velocità (quasi tutti) e c’è già chi ha parlato in modo strumentale di “trionfo del Sì Tav”.
Ancora peggio è andata a Vicenza, in quel Veneto dove ha votato l’84,6% della popolazione (alla pari con la Lombardia, entrambe battute in servilismo elettorale solo dall’Emilia-Romagna con il suo 86,1%). Qui l’egemonia esercitata sulla lotta contro la base USA dai sinistri recuperatori filostituzionali è stata una manna per una politica in coma.
Per la cronaca, segnaliamo che in generale la più bassa percentuale di votanti si è registrata in Calabria (71,3%), Sardegna (72,2%) e Sicilia (74,8%). E che lo scarto maggiore rispetto alle elezioni del 2006 si è avuto in Liguria e Sardegna.
Ma c’è ancora tempo prima che l’astensionismo diventi una innocua caratteristica fisiologica, come negli Stati Uniti. La diserzione delle urne conoscerà giorni migliori.

Il tempo è galantuomo?

Andrea Costa ed Enrico Boselli. Per quanto possa apparire strano, c’è qualcosa che accomuna questi due nomi. Il primo socialista ad essere entrato in Parlamento nel lontano 1882 e l’ultimo socialista ad essere uscito dal Parlamento nel 2008: entrambi ex-anarchici. Che meravigliosa coincidenza! Andrea Costa, dopo anni di lotte anti-istituzionali e di persecuzioni poliziesche che gli costarono anche il carcere, decise di abbandonare il movimento anarchico e di unirsi ai riformisti socialisti. Agli occhi dei suoi vecchi compagni, Emilio Covelli e Carlo Cafiero in testa, era il «traditore» che ha venduto l’Internazionale alla politica parlamentare. Andrea Costa è stato eletto nel seggio di Ravenna, dove raccolse 3654 voti. Ma, dopo aver tradito gli anarchici, pur di sedere su uno scranno parlamentare Costa tradì anche i socialisti. Nel presentarsi alle elezioni, il Partito aveva infatti deciso che un suo candidato eventualmente eletto avrebbe dovuto rifiutare di giurare fedeltà al re (all’epoca, un obbligo il cui mancato adempimento comportava l’espulsione). Invece Andrea Costa fece il giuramento senza scomporsi, e diventò il primo deputato socialista della storia italiana. Quanto ad Enrico Boselli, ha trascorsi anarchici assai meno noti, essendosi limitato a militare in gioventù nella Federazione Anarchica Italiana. La sua insulsa persona rischia di essere ricordata per un solo merito: essere stato l’ultimo deputato socialista della storia italiana.
Dopo 126 anni il cerchio si chiude così come si era aperto, con un ex-anarchico. La menzogna parlamentare ha finito di mietere vittime fra i nemici di questo mondo fondato sull’autorità e sul denaro.

Roma - Aggressione a San Lorenzo

"La notte di venerdì 11 aprile 2008 durante le ultime ore di campagna elettorale alcuni nostri compagn@, che muovevano un ulteriore passo nel loro percorso antistituzionale e anticapitalista, si trovavano a S.Lorenzo ad attacchinare un manifesto astensionista firmato Autonomia. I/le compagn@ venivano aggrediti a freddo alle spalle da una decina di militanti di action de ''La sinistra l' arcobaleno''. I compagni sono stati colpiti a pugni e bastonate in testa (uno di essi ha rischiato di perdere un occhio) e una compagna è stata schiaffeggiata e chiamata puttana. Prendiamo atto dell'innalzamento del livello di scontro che mira ad impedire un'agibilità fisica e politica a chi si pone in rottura con lo stato di cose presenti".
Comitato di Lotta Quadraro
Laboratorio Rivoluzionario Gatto Selvaggio

(Da www.informa-azione.info)

Scheda nera

“Vai a votare, puoi anche fare a meno di mettere una croce, ma la scheda mettila almeno nell’urna” — così ci bisbiglia nell’orecchio la buona coscienza democratica. Questa voce, demenziale quante poche altre, è in vena di concessioni: in effetti può capitare che in una elezione non ci siano candidati capaci di riscuotere la nostra fiducia, e quindi in simili casi è anche giustificato non votare per nessuno. Ma alle urne, bisogna comunque andarci. Perché è un diritto, strappato attraverso enormi sacrifici alla più feroce tirannia. Perché è un dovere, che ogni bravo cittadino è tenuto a rispettare. Con la nostra scheda bianca, con la nostra scheda nulla, dimostreremo che la nostra parte in ogni modo l’avremo fatta. E saremo contati fra i votanti.
Invece no. Noi non andremo a votare. Recarsi alle urne sarebbe l’ennesima concessione a un sistema che merita di sparire il più in fretta possibile. Non vogliamo essere contati, non siamo numeri. Non abbiamo né diritti da rivendicare, né doveri cui adempiere. Le tirannie si combattono molto meglio con la spada che con la carta. Quanto alla cittadinanza, tutti hanno capito che fa rima con sudditanza. Lo spettacolo è finito, non l’avete ancora capito? Non ci sono né mai ci saranno candidati in grado di governare senza sfruttare, ingannare, derubare, opprimere. Non vi daremo la soddisfazione di scambiare la vostra eterna infamia per una momentanea debolezza.
I prossimi 13 e 14 aprile, non aspettateci alle urne. Abbiamo altro e di meglio da fare.

Al macero

È la baruffa del giorno. Il centro-sinistra ha dato l’allarme. Il centro-destra lo ha amplificato. Entrambi si rimpallano a vicenda la responsabilità della minaccia che grava sul corretto andamento delle prossime elezioni. Pare che la scheda elettorale sia poco chiara, con tutti quei simbolini l’uno accanto all’altro. Pare che gli elettori potrebbero fare confusione, si rischiano molti voti nulli. Pare che il risultato finale potrebbe essere viziato, per cui sono già pronti i ricorsi in caso di sconfitta con uno scarto minimo. Pare che le schede si possono ristampare di nuovo, dato che le tipografie in Italia non mancano. Pare invece che non si possono ristampare di nuovo, perché sono già state usate dai “nostri” militari in missione di guerra all’estero. Pare che gli italiani non siano tutti cerebrolesi, per cui basta metterli in guardia. Pare che…
Basta così, abbiamo capito. Non avendo nulla da dire sulla qualità della vita che quotidianamente ci propinano, i politici preferiscono passare gli ultimi giorni di campagna elettorale a discutere dettagli su questioni tecniche, come quelli relativi a un pezzo di carta. Eppure la soluzione per il problema della carta straccia è facile e nota a tutti: al macero!