Il tempo è galantuomo?

Andrea Costa ed Enrico Boselli. Per quanto possa apparire strano, c’è qualcosa che accomuna questi due nomi. Il primo socialista ad essere entrato in Parlamento nel lontano 1882 e l’ultimo socialista ad essere uscito dal Parlamento nel 2008: entrambi ex-anarchici. Che meravigliosa coincidenza! Andrea Costa, dopo anni di lotte anti-istituzionali e di persecuzioni poliziesche che gli costarono anche il carcere, decise di abbandonare il movimento anarchico e di unirsi ai riformisti socialisti. Agli occhi dei suoi vecchi compagni, Emilio Covelli e Carlo Cafiero in testa, era il «traditore» che ha venduto l’Internazionale alla politica parlamentare. Andrea Costa è stato eletto nel seggio di Ravenna, dove raccolse 3654 voti. Ma, dopo aver tradito gli anarchici, pur di sedere su uno scranno parlamentare Costa tradì anche i socialisti. Nel presentarsi alle elezioni, il Partito aveva infatti deciso che un suo candidato eventualmente eletto avrebbe dovuto rifiutare di giurare fedeltà al re (all’epoca, un obbligo il cui mancato adempimento comportava l’espulsione). Invece Andrea Costa fece il giuramento senza scomporsi, e diventò il primo deputato socialista della storia italiana. Quanto ad Enrico Boselli, ha trascorsi anarchici assai meno noti, essendosi limitato a militare in gioventù nella Federazione Anarchica Italiana. La sua insulsa persona rischia di essere ricordata per un solo merito: essere stato l’ultimo deputato socialista della storia italiana.
Dopo 126 anni il cerchio si chiude così come si era aperto, con un ex-anarchico. La menzogna parlamentare ha finito di mietere vittime fra i nemici di questo mondo fondato sull’autorità e sul denaro.