Un’illusione

È un’illusione dura a morire. Quella secondo cui, di fronte all’arroganza dei politici più reazionari, ai loro promessi soprusi, è sempre bene eleggere qualcuno in grado di contrastare «dall’interno» — cioè nel Parlamento stesso — simili manovre. Ci viene fatto notare che, senza farsi illusioni, per carità, ma non è meglio tenere il piede in tutte le staffe — uno nel palazzo, uno nella piazza — per non precluderci alcuna possibilità? Grazie a un simile ragionamento i vari Turigliatto, Caruso, Farina… sono riusciti a farsi assegnare uno scranno su cui sedersi. Ancora una volta, per l’ennesima volta, chiediamo: ne è valsa la pena? Per loro sì, non ci sono dubbi, considerati i privilegi e le prebende di cui hanno potuto godere. Ma per chi li ha eletti? La presenza di costoro in Parlamento ha avuto un effetto dirompente, ha cambiato direzione ad una politica a senso unico, ha fermato i progetti più contestati messi in atto dal governo? No, certo. È da oltre un secolo che chi aspira a un nuovo mondo invia i suoi “rappresentanti” in Parla-al-vento, e che cosa si è ottenuto? Nel migliore dei casi, nulla. Nel peggiore, chi è stato eletto si è guastato; prima di essere eletto veniva perseguitato come sovversivo, dopo viene apprezzato, stimato e si ritrova a stringere la mano a prefetti e ministri.
Votare per questi cialtroni non è solo inutile: è dannoso. Alimenta l’illusione che dobbiamo sperare tutto e tutto attenderci dal Parlamento, che la rivolta senza mediazioni è inutile, che la sola cosa che dobbiamo fare è lasciar cadere un rettangolino di carta in una cassetta e aspettare con la bocca aperta che la miracolosa manna caschi dal cielo.