Ecco il grido degli impotenti, l’urlo dei reazionari. Così si esprime il borghese quando gli viene descritta la società futura: impossibile, impossibile, impossibile!
Dichiarate che nessuno ha il diritto di prendere la parte di ricchezza prodotta dal lavoratore; ribadite che la terra è un bene naturale che deve appartenere ad ogni essere umano; affermate che i poliziotti, i soldati, i capi ed i burocrati sono soltanto sanguisughe, che vivono senza produrre nulla di utile che possa contribuire a rendere più piacevole l’esistenza; sostenete che migliaia di esseri umani che marciscono nelle prigioni sono solo vittime della cattiva organizzazione sociale, e verrete trattati da blasfemi, da banditi, da criminali e da altre cose del genere.
Eppure, quel che diciamo è la verità; ne siamo convinti e indirizziamo i nostri attacchi direttamente al cuore della vecchia società. Non ci accontentiamo di attaccarla superficialmente, andiamo a fondo della questione.
Ciò che sembra impossibile è che i lavoratori abbiano vissuto così a lungo senza rendersi conto di essere schiavi. Ciò che sembra impossibile è che i lavoratori non abbiano ancora spezzato questo giogo.
Ma non è colpa loro, non del tutto almeno. I colpevoli sono i politici che addormentano i proletari con la speranza di un avvenire da sogno, conquistato con la sola virtù del voto popolare.
Ma il tempo ha dimostrato che se vi è qualcosa di veramente impossibile è conquistare la libertà economica per mezzo della scheda elettorale.
Scorrete la lista delle nazioni in cui il popolo ha diritto al voto e indagate sulle condizioni economiche nelle quali vivono i loro abitanti. Vedrete che il voto non ha avuto alcuna influenza sul miglioramento di dette condizioni. Al contrario, ogni anno la miseria si aggrava dappertutto; ogni anno aumenta la disoccupazione; ogni anno aumenta pure in proporzione spaventosa la popolazione penitenziaria; ogni anno aumenta il numero di donne nelle case chiuse; ogni anno aumenta il numero dei suicidi; ogni anno la lotta per l’esistenza si fa più aspra e tragica. L’umanità è sempre più sventurata, malgrado il voto, malgrado i governi rappresentativi, malgrado la democrazia. Dunque, è veramente impossibile che l’umanità sia felice per il solo fatto di poter votare.
(Impossibile, "Regeneración", 1911)