Casini docet
«È inaccettabile che qualcun altro decida per voi». Lo ha detto Pierferdinando Casini, in un attimo di illuminazione. Le sue parole erano volte a difendere i piccoli partiti come il suo dall’ingrombranza dei grandi partiti, che in questi giorni invitano esplicitamente i loro amati cittadini a puntare solo sui favoriti. Eppure, quanta involontaria saggezza nella sua esternazione! È davvero inaccettabile che qualcun altro decida per noi. Che si chiami Berlusconi o Veltroni, Casini o Bertinotti, Tizio o Caio, Gianni o Pinotto, si tratta sempre di un estraneo che dagli scranni del Palazzo pretenderà di sapere quali sono i nostri problemi e come fare per risolverli, di decretare cosa potremo o non potremo fare, di indicarci cosa dobbiamo amare e cosa odiare, di stabilire quale sia il modo migliore di vivere o di morire. Che Casini faccia del Vangelo il suo vangelo, ci lascia indifferenti. Può inginocchiarsi, peccare, pentirsi, pregare… può fare tutto ciò quanto, dove, come e nella maniera più ipocrita che gli pare. Ma tutti gli altri cosa c’entrano? Nel pretendere di governare, cioè di imporre anche agli altri le proprie convinzioni stabilendo regole valide per chiunque, si manifesta una arroganza a cui non c’è motivo di rassegnarsi. Se non vogliamo che qualcun altro decida per noi, il minimo che possiamo fare è non consegnargli alcun potere.