Il gioco della reazione

Non ci sono più dubbi. Sono le elezioni il vero gioco della reazione. Sono gli elettori la sua quinta colonna. La reazione è la difesa dell’ordine sociale, la sua difesa con tutti i mezzi. La reazione è sempre il partito di governo, quale che sia. Eleggere un governo, ecco cos’è fare il gioco della reazione! Oggi più che mai appare chiara l’irrilevanza della composizione del Parlamento. Che sia composto da conservatori dichiarati o da conservatori travestiti, da progressisti bianchi o da progressisti rossi, non v’è alcuna differenza nella politica che seguirà. Il programma dei due partiti che in questo periodo elettorale si contendono i favori del Popolo Bue è pressoché identico. Lo dicono loro stessi. Tutti costruiranno l’alta velocità in Val Susa, perché tutti sono favorevoli ad un progresso forsennato e, soprattutto, a cospicui foraggiamenti. Tutti elimineranno le montagne di immondizia della Campania, perché tutti danno via libera a nuovi inceneritori. Tutti daranno il benvenuto alla NATO a Vicenza, perché tutti finanziano le missioni militari all’estero. Tutti saranno spietati con i ladri di polli, perché tutti chiudono un occhio sui pescecani della finanza. Tutti vogliono far rispettare la legge, perché tutti intendono mettere al bando ogni protesta. Si potrebbe andare avanti all’infinito. Destra e sinistra si assomigliano come due gocce d’acqua, sono sorelle siamesi, figlie nate dal matrimonio fra autorità e mercato.

«Politica: Modo di guadagnarsi la vita simile a quello dei settori più squallidi della delinquenza abituale. Conflitto di interessi mascherato da lotta fra opposte fazioni. Conduzione di affari pubblici per interessi privati»
(Ambrose Bierce, Dizionario del Diavolo)